Ora le aziende rischiano lo stop

Allarme rosso per le imprese sarde. Il mix tra contagi che dilagano, migliaia di persone in isolamento e irriducibili contrari al vaccino, rischia di diventare esplosivo. Al momento si registra qualche affanno soprattutto nella sanità, nel settore manifatturiero e nel terziario ancora nessuna vera paralisi nella produzione e distribuzione di beni e servizi, ma gli effetti di quello che già sta accadendo in altre regioni italiane iniziamo a sentirli, e il prossimo futuro non promette niente di buono.

L'allarme

«Siamo molto preoccupati», dice Salvatore Pirastu, presidente regionale Confapi trasporti, «se finora grossissimi problemi non ne abbiamo avuto, adesso le aziende cominciano ad avere difficoltà negli approvvigionamenti. Nell'Isola arrivano rifornimenti a mezzo Tir un po' da tutta Italia, e da zone in cui le attività hanno carenza di personale a causa del Covid, insomma, tra carico delle merci e burocrazia, molte imprese non hanno a lavoro il numero normale di dipendenti, e non riescono a fare le cose. Noi oggi abbiamo autisti infettati e in quarantena, no n tanti, ma se dalla Penisola non sbarcano i beni, le nostre aziende si fermano, perché non possiamo fare le consegne, ai grossisti, alla grande distribuzione. È una catena, e le ripercussioni nell'Isola potrebbero essere molto pesanti. Una situazione grave che si aggiunge al resto come l'aumento delle tariffe dei traghetti e la mancanza di collegamenti navali tra Cagliari e Genova che potrebbe presto costringere al ri corso alla cassa integrazione o a licenziamenti».

I contraccolpi

Un quadro allarmante confermato dal presidente di Confapi Sardegna Giorgio Delpiano: «C'è una grande preoccupazione tra gli imprenditori, anche perché spesso nelle nostre piccole realtà un dipendente assente, che svolge mansioni specifiche, non è facilmente sostituibile. In più c'è confusione sulle ultime misure adottate dal Governo, e si temono nuove chiusure: ci aspettiamo contraccolpi pesanti». Per Maurizio De Pascale, numero uno di Confindustria. «ci sono già diverse imprese in difficoltà con il personale contagiato o in isolamento, che mediamente sta bene perché è vaccinato, ma che non può lavorare. Situazione in tutti i settori, soprattutto in quello manifatturiero e in edilizia, e ci attendiamo un peggioramento nei prossimi giorni».

Lo scenario inglese

In Gran Bretagna, Downing Street ha spiegato che se attualmente la situazione è ancora sotto controllo, il rischio è di arrivare al 10%, 20% e 25% di assenze. Il premier Boris Johnson ha incaricato i ministri di elaborare piani di emergenza per prevenire l'impatto che il record di casi giornalieri di Covid potrebbe avere sulle imprese nelle prossime settimane, e al settore pubblico è stato chiesto di prepararsi al peggiore degli scenari, che vedrebbe fino a un quarto dei lavoratori a casa per via del virus. «Con il ritorno a lavoro dopo la pausa natalizia e gli elevati livelli di trasmissibilità di Omicron è probabile che le imprese e i servizi pubblici subiranno interruzioni nelle prossime settimane per un'assenza del personale superiore al normale», ha spiegato il sottosegretario Steve Barclay, che presiede «riunioni regolari» con i mini stri per va lutare come la forza lavoro, le catene di approvvigionamento e le scuole potranno essere colpite, ed esplorare soluzioni che non blocchino il Paese». Gli intoppi

In Italia si sono già avuti intoppi, ad esempio, nel trasporto pubblico e nella raccolta dei rifiuti; in Sardegna, a Sassari, 30 dipendenti del raggruppamento temporaneo di imprese che gestisce il servizio di igiene urbana della città sono risultati positivi al Covid, e l'amministrazione comunale nei giorni scorsi ha fatto sapere che «attualmente i servizi sono coperti grazie alla dedizione di tutto il personale, ma se la situazione dovesse ulteriormente aggravarsi, potrebbero verificarsi ritardi o disservizi momentanei».

Il Sindacato

Avverte il segretario regionale della Cisl Gavino Carta: «Siamo preoccupati, tutti i settori sono colpiti, innanzitutto la sanità, con tanti medici e infermieri, i più esposti, che si stanno infettando, poi nell'accoglienza, nel manifatturiero, nei servizi alla persona. Il terziario sta soffrendo, anche perché continua a perdere clienti, per questo abbiamo chiesto l'estensione della cassa Covid fino alla fine dello stato d'emergenza».

L'appello

Non rileva al momento «particolari criticità» Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato Sardegna, «e questo è dovuto principalmente al fatto che gli imprenditori, i dipendenti e le loro famiglie, nella quasi totalità si sono sottoposti alla vaccinazione. Ma siamo solo all'inizio di questa quarta ondata, le scuole hanno appena riaperto e l'influenza non si è praticamente ancora presentata. Chiediamo a tutti di essere responsabili e tenere sotto controllo la propria condizione di salute: da ciò che facciamo adesso e nei prossimi due mesi, deriverà il futuro nostro personale. dell'economia della Sardegna e dell'Italia nel 2022».