«Siano Governo o Regione, tramite Finlombarda, a farsi garanti delle imprese che sottoscriveranno i contratti pluriennali con A2A. Sarebbe un modo efficace per sostenere chi ha davvero bisogno, senza dare aiuti a pioggia ma concentrandosi sulle realtà più energivore che lavorano conto-terzi, come nell'automotive e che non sono riuscite a stipulare contratti convenienti sul mercato libero». A parlare è Enea Filippini direttore di Apiservizi che da vent'anni si occupa di Energia per Apindustria-Confapi.

Come giudica l'offerta di A2A rivolta alle imprese?
«Con A2A abbiamo una partnership dal 1999, quando ancora era Asm. Oggi stiamo trattando con loro, così come con altri player. È indubbiamente un'opportunità ma come tutti i contratti di lungo periodo ci sono i pro ed i contro. Indubbiamente nell'immediato aiuta limare i prezzi dell'energia ma nel giro di un paio d'anni l'offerta potrebbe risultare fuori mercato, soprattutto per chi lavora per conto terzi e non può caricare i maggiori costi (futuri) sul prodotto finito».

A2A in cambio di uno sconto chiede garanzie sui contratti.
«Dipende da che garanzia chiedono. Oggi siamo in crisi di liquidità e diverse imprese fanno fatica ad esporsi con una fidejussione di garanzia, fosse anche assicurativa. Si dovrebbe intervenire con un meccanismo di tutela a livello nazionale o per lo meno regionale».

Governo e Regione che garantiscono le imprese che stipulano contratti calmierati d'energia?
«Perché no. Il fornitore si assume un rischio d'impresa e ha bisogno di garanzie: se le aziende che sottoscrivono il contratto di fornitura dopo un anno cambiano fornitore è un problema. Per questo chiedono fidejussioni, che oggi sono molto care. Le faccio un esempio?»

Prego.
«Recentissimamente per un nostro associato ho chiesto un contratto per 3,5 milioni di kilowattora e mi hanno chiesto una fidejussione da 400 mila euro. Chiaro che non tutti se la possono permettere. E qui il Governo potrebbe intervenire: anziché togliere indistintamente gli oneri di sistema dalle bollette di tutte le aziende potrebbe pensare a interventi chirurgici, destinati a quelle più in difficoltà, visto che le risorse sono limitate. Togliere gli oneri a tutti oggi significa dare da bere a tanti assetati che hanno attraversato il deserto con un contagocce quando servirebbe una borraccia capiente per i più disperati. Stessa cosa vale per la Regione, potrebbe agire tramite la sua Finlombarda. Ne abbiamo parlato l'altro ieri con l'assessore Guidesb>.

Ma questi rincari finiranno secondo lei?
«Al momento siamo a livelli folli: per un contratto da 80 milioni di Kilowattora due anni fa abbiamo pagato 5,5 milioni di euro, oggi ci chiedono 16 milioni. Ed è una ditta d'automotive che lavora conto-terzi: non può scaricare i sovracosti sul prodotto. Non può continuare così. Il costo del gas, dal quale dipende poi il costo dell'energia, andrà calando. Ma di certo non crollerà. Ieri (lunedì per chi legge, ndr) sulla spinta delle tensioni in Ucraina, il gas è arrivato a 85 euro a MWh oggi siamo intorno ai 70 euro ma si compra a 40 euro quello del luglio 2023. Chiaro che non si tornerà più ai 20 euro del 2019. Logicamente spero di sbagliarmi. Lo scriva».