Il presidente Paniccia: siamo molto preoccupati, la guerra deve finire al più presto «Russia e Ucraina sono partner tradizionali del Friuli in tutti i principali settori»

Un lungo elenco di criticità per le piccole e medie imprese regionali causa guerra Russia-Ucraina. E un appello affinchè le armi possano tacere al più presto. Il presidente di Confapi Fvg Massimo Paniccia ammette una «forte preoccupazione per l'inasprirsi del quadro politico-militare in Ucraina e per le ripercussioni delle sanzioni poste in essere dall'Unione europea nei confronti di Mosca». «Il quasi completo blocco dell'interscambio con la Russia, ma anche con l'Ucraina, determina di fatto uno stop sia nell'import di materie prime e semilavorati sia nell'export di prodotti finiti, spiega il presidente Confapi. Russia e Ucraina sono tradizionali partner delle Pmi friulane di tutti i settori, ma soprattutto dell'informatica, della tecnologia, della meccanica, del legno-arredo e nelle relazioni di traffico, quali il blocco dei pagamenti dei noli di trasporto da e per la Russia. Si tratta di una strozzatura che riguarda, quindi, non solo gli acquisti di materie prime, già interessate peraltro da forti variazioni di prezzo, ma anche le vendite di prodotti finiti». Dall'osservatorio di Confapi Fvg le maggiori criticità riscontrate sono contratti già avviati per i quali non sono prevedibili gli sviluppi; merci pronte per le spedizioni ferme nei magazzini, soprattutto arredo; commesse in corso per le quali sono state già sostenute significative spese difficilmente recuperabili sotto il profilo finanziario; forte rischio di mancato incasso di pagamenti in scadenza per forniture già eseguite; rischio di cambio per i contratti in valuta; impossibilità di consegna della merce per il blocco dei maggiori porti commerciali ucraini e russi; sospensione dell'attività dei porti ucraini; chiusura degli uffici degli armatori Hapag-Lloyd e Maersk a Odessa; chiusura del porto di Novorossiysk in Russia per tutti i traffici che da là hanno punto di arrivo o di partenza; pesanti conseguenze per i laminatoi italiani importatori di bramme e lamiere; impossibilità di programmare l'attività futura in assenza di garanzie nella fornitura di materie prime e semilavorati (solo a titolo di esempio mancheranno oltre 2 milioni di tonnellate di bramme che alimentavano i produttori di lamiera del Nord Italia, compresi i friulani, con inevitabili ripercussioni per tutti gli utilizzatori e i trasformatori a valle di lamiera in acciaio); congelamento di ogni trattativa in corso. A queste gravi difficoltà si aggiungono quelle che le imprese stanno subendo da oltre un anno, vale a dire, l'aumento dei prezzi delle fonti energetiche e delle materie prime, unitamente alla loro difficoltà di reperimento. In questo contesto le imprese associate non solo stanno frenando gli investimenti, ma anche programmando, nei casi più delicati, la cassa integrazione per fronteggiare possibili fermi produttivi. Per il presidente di Confapi Fvg Massimo Paniccia si tratta «di una situazione di incerto divenire ed è impossibile fare qualsiasi tipo di previsione nel breve periodo, resta una forte preoccupazione e un senso comune di condanna della guerra e di ogni forma di violenza. E' assolutamente necessario arrivare a un cessate il fuoco, cui far seguire accordi di pace».