Alberto (presidente Api): «Le nostre associate vivono già un'economia bellica, servono risposte straordinarie

Fiducia sotto zero, a picco ordini e produzione. Sono i principali «sentiment» delle pmi torinesi evidenziate da un'indagine di aggiornamento sulla situazione delle imprese associate condotta dall'Ufficio Studi di Api da cui emerge che a tenere, per ora sono occupazione e investimenti. Per quanto riguarda le relazioni dirette con Russia e Ucraina, invece, la situazione appare essere più tranquilla: ha rapporti diretti con la Russia solo il 13,6% delle imprese mentre con l'Ucraina la quota scende all'8,2%. Resta, tuttavia forte la preoccupazione per i riflessi collegati alle difficoltà nella consegna di materiali e beni, di ricezione della merce, di comunicazione con clienti e fornitori, per gli incassi e per il blocco delle attività. «Le pmi torinesi vivono già un'economia di guerra - analizza Corrado Alberto, presidente di Api Torino, commentando i dati dell'indagine -. Dobbiamo renderci conto che in meno di due settimane siamo passati da un clima di leggera ripresa, seppur con molte difficoltà ed incertezze, ad una situazione assolutamente imprevista e imprevedibile, caratterizzata da una straordinaria incertezza. Le prospettive delineate dagli imprenditori riflettono pienamente tutto questo. Ed è evidente che alla straordinarietà del momento occorre rispondere con strumenti altrettanti straordinari». «Oltre alla situazione generale che colpisce indistintamente tutte le realtà produttive aggiunge Alberto per le imprese dei settori della manifattura, persistono a tutt'oggi enormi difficoltà sul mercato delle materie prime e delle componenti elettroniche, che acuiscono ulteriormente la condizione di estrema fragilità in corso da mesi». Secondo Fabio Schena, responsabile ufficio studi di Api, «il susseguirsi di fenomeni di portata globale, con forte impatto sull'economia reale, ha determinato in pochi mesi un vertiginoso incremento dei costi, ancora più eclatante per il comparto manifatturiero, e un rallentamento delle attività». In appena tre mesi, il grado di fiducia è crollato di quasi 40 punti percentuali, passando dal +20,6% di dicembre 2021 all'attuale -19,1%». In particolare l'indagine rileva che le previsioni sugli ordini si contraggono di ro punti percentuali, scendendo a -3,7%, le previsioni sul fatturato si ridimensionano al +4,5% (contro il precedente saldo previsionale pari a +8,7%). Il saldo previsionale sulla produzione viene rivisto nuovamente al ribasso, passando dal +6% al -1,4%. Negli ultimi 3 mesi, poi, la composizione del portafoglio ordini delle imprese ha subito un peggioramento in ragione della maggiore concentrazione degli ordini «Fino a 15 giorni» cioè quelli che forniscono alle aziende una prospettiva ridottissima: da 11,9% di dicembre 2021 a 15,9% di marzo 2022. Risparmiati dal peggioramento, per ora, occupazione e investimenti. Al momento, infatti, non si riscontrano ricadute dirette sui livelli occupazionali: il ricorso agli ammortizzatori sociali è contenuto al 9,1%, benché se ne preveda un lieve rialzo all'n.,8% per i prossimi mesi. Inoltre, le imprese confermano i programmi per nuove assunzioni e di investimento.