Ristori immediati per le categorie produttive che hanno subito i rincari, una riforma di sistema a sostegno dell'economia, un piano energetico con al centro persone e imprese e non solo i profitti delle multinazionali, l'attivazione di una zona franca rurale vivere e produrre nelle aree più depresse della Sardegna. Sono queste le richieste sollecitate, a Regione e parlamentari sardi, dal presidente regionale dell'Anci, Emiliano Deiana. Facendosi portavoce delle istanze dei Comuni dai quali arriva una fotografia della realtà sociale «sempre più difficile e a tratti drammatica», Deiana reclama «ancora una volta», l'attenzione necessaria, in una lettera indirizzata anche ai sindacati, alle associazioni di imprese, agli ambientalisti e all'Università. L'intento è chiaro: denuncia re «una situazione di estremo disagio che si respira nelle comunità sarde e fra le categorie produttive per via dell'aumento dei costi di energia, carburanti e, in generale. delle materie prime».
Rincari
Ne paga le conseguenze anche il settore del trasporto merci. A lanciare l' allarme sulla crescita dei costi dell'imbarco, rilevata dalla compagnia italiana di navigazione - direzione commerciale navale, sono i consiglieri regionali Pd che hanno presentato un'interrogazione (primo firmatario Roberto Deriu) all'assessore Todde, chiedendogli «come e quando intende intervenire per adeguare le tariffe?». Nell'arco degli ultimi tre mesi - ricordano - si è registrato per la terza volta un aumento della tariffa che dal 4 aprile salirà ulteriormente di 6o euro per le linee sarde. Una batosta che si scarica interamente sulle aziende e sui lavoratori costretti a pagare di più per poter lavorare». Perciò «è necessario agire subito, perché senza interventi molte attività rischiano di chiudere».
L’appello Anci
Non c'è categoria (pastori, trasformatori, agricoltori, commercianti, artigiani, autotrasportatori), oggi, che non soffra «dentro una crisi - analizza Deiana - che appare né passeggera né di breve durata e sulla quale tutta la politica sarda è chiamata a misurarsi con risposte di sistema. «Nei prossimi anni - ricorda - arriverà in Sardegna una massa considerevole di risorse pubbliche (Pnrr, Programmazione 2021-2027, Just Transition Fund, Fondo complementare, Contratto istituzionale di Sviluppo) in gran parte orientate per investimenti non più rimandabili». Oltre a spendere questi fondi in modo oculato, secondo il presidente dell’Anci, «occorrerebbe attivare con il Governo la previsione costituzionale dell'articolo 13 dello Statuto affinché, in concorso con lo Stato, si pongano le basi per la rinascita sociale ed economica della Sardegna». Associazioni di imprese
Energia e trasporti sono le note dolenti. «Sottoscriviamo interamente l'appello mosso dall'Anci», è la risposta di Confapi Sardegna. Per il presidente Giorgio Delpiano «è giunto il momento di ripensare strategicamente un nuovo piano di rinascita dell'isola in un momento storico che, se da un lato ci pone di fronte a grandi incertezze, dall'altro sblocca una quantità di fondi per una "ricostruzione" e un rilancio del sistema economico che deve vedere al centro la piccola impresa, unico modello valido per l'Isola».