Le ripercussioni della guerra tra Russia e Ucraina sul tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia sono pesanti. E se da un lato c'è chi ribadisce la "solidarietà" con il pacchetto di sanzioni che colpisce la Russia, c'è anche chi sottolinea l'esigenza delle aziende regionali di «far sentire la voce italiana e di salvaguardare quanto più possibile gli interessi dell'economia nazionale». «Per il tessuto produttivo Pordenonese l'intera area, in prevalenza quella russa, è un mercato di sbocco importante, in particolare nel segmento del legno arredo, dei macchinari e della filiera dei trasporti collegata», sottolinea il direttore generale di Confindustria Alto Adriatico, Massimiliano Ciarrocchi. Proprio per questo, puntualizza, «Confindustria Alto Adriatico ha costituito una task force operativa per dare supporto agli associati per fronteggiare difficoltà riguardanti fornitori strategici, clienti strategici e/o società controllanti o controllate». La struttura, spiega «fornisce l'aiuto necessario anche attraverso i servizi di Confindustria Ucraina precisa e il gruppo di lavoro si è attivato anche per sostenere le imprese associate che abbiano interessi in Russia, compromessi dal conflitto».
Sono molteplici le criticità segnalate da Massimo Paniccia, presidente di Confapi Fvg. Tra le più importanti, «i contratti in essere per i quali non sono prevedibili gli sviluppi, merci pronte per le spedizioni ferme nei magazzini, commesse in corso, per le quali sono state già sostenute significative spese difficilmente recuperabili sotto il profilo finanziario». Pesano anche le difficoltà connesse alla «impossibilità di consegna della merce per il blocco dei maggiori porti commerciali ucraini e russi, con l'impossibilità per le imprese di programmare l'attività futura». A fronte di questa situazione, il direttore Ciarrocchi, pur evidenziando che «Confindustria Alto Adriatico è solidale col pacchetto di sanzioni che colpisce la Russia», sollecita «necessarie e urgenti misure interne, con un taglio dell'Iva sui costi in bolletta, e anche a livello europeo». «Tramite Confindustria nazionale fa sapere abbiamo espresso questa posizione al governo, domandando azioni presso l'Ue per l'istituzione di un secondo Recovery Fund». Paniccia pone l'accento su quanto emerso dall'osservatorio delle imprese associate a Confapi fvg, secondo le quali «non bisogna assumere acriticamente misure proposte o applicate da altre potenze, ma cercare di far sentire la voce italiana e di salvaguardare quanto più possibile gli interessi dell'economia nazionale». E suggerisce, a livello regionale, l'attivazione di «linee di credito, meglio se a tasso agevolato, con il concorso dei Confidi per l'acquisto e la formazione di scorte di materie prime».
Le ripercussioni della guerra tra Russia e Ucraina sul tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia sono pesanti. E se da un lato c'è chi ribadisce la "solidarietà" con il pacchetto di sanzioni che colpisce la Russia, c'è anche chi sottolinea l'esigenza delle aziende regionali di «far sentire la voce italiana e di salvaguardare quanto più possibile gli interessi dell'economia nazionale». «Per il tessuto produttivo Pordenonese l'intera area, in prevalenza quella russa, è un mercato di sbocco importante, in particolare nel segmento del legno arredo, dei macchinari e della filiera dei trasporti collegata», sottolinea il direttore generale di Confindustria Alto Adriatico, Massimiliano Ciarrocchi. Proprio per questo, puntualizza, «Confindustria Alto Adriatico ha costituito una task force operativa per dare supporto agli associati per fronteggiare difficoltà riguardanti fornitori strategici, clienti strategici e/o società controllanti o controllate». La struttura, spiega «fornisce l'aiuto necessario anche attraverso i servizi di Confindustria Ucraina precisa e il gruppo di lavoro si è attivato anche per sostenere le imprese associate che abbiano interessi in Russia, compromessi dal conflitto».
Sono molteplici le criticità segnalate da Massimo Paniccia, presidente di Confapi Fvg. Tra le più importanti, «i contratti in essere per i quali non sono prevedibili gli sviluppi, merci pronte per le spedizioni ferme nei magazzini, commesse in corso, per le quali sono state già sostenute significative spese difficilmente recuperabili sotto il profilo finanziario». Pesano anche le difficoltà connesse alla «impossibilità di consegna della merce per il blocco dei maggiori porti commerciali ucraini e russi, con l'impossibilità per le imprese di programmare l'attività futura». A fronte di questa situazione, il direttore Ciarrocchi, pur evidenziando che «Confindustria Alto Adriatico è solidale col pacchetto di sanzioni che colpisce la Russia», sollecita «necessarie e urgenti misure interne, con un taglio dell'Iva sui costi in bolletta, e anche a livello europeo». «Tramite Confindustria nazionale fa sapere abbiamo espresso questa posizione al governo, domandando azioni presso l'Ue per l'istituzione di un secondo Recovery Fund». Paniccia pone l'accento su quanto emerso dall'osservatorio delle imprese associate a Confapi fvg, secondo le quali «non bisogna assumere acriticamente misure proposte o applicate da altre potenze, ma cercare di far sentire la voce italiana e di salvaguardare quanto più possibile gli interessi dell'economia nazionale». E suggerisce, a livello regionale, l'attivazione di «linee di credito, meglio se a tasso agevolato, con il concorso dei Confidi per l'acquisto e la formazione di scorte di materie prime».