In Liguria il 30 per cento degli appalti edili è a rischio stop imminente, ma l'effetto domino sulla totalità dei cantieri in regione è dietro l'angolo se il governo non interverrà subito per sbloccare la cessione dei crediti derivanti dal bonus 110 per cento e dal bonus facciate 90 per cento, arenata a causa delle modifiche alla normativa introdotte tra fine 2021 e inizio 2022: il decreto 157 anti frode e la modifica dell'articolo 28 del decreto Sostegni. Lo denuncia l'Aniem, Associazione piccole e medie imprese edili che oggi, sottolinea il presidente Fortunato Capogreco, «non hanno più liquidità. Al centro delle preoccupazioni del comparto, appunto, c'è la mancanza di liquidità causata dalle difficoltà di cessione del credito per il Bonus Facciate 90 per cento e Ecobonus 110 per cento, che sta paralizzando il mondo dell'edilizia. La paralisi dei crediti deve essere risolta con urgenza o a rimetterci saranno tutti gli stakeholders». Non solo: «In questo contesto è impensabile prevedere nuovi appalti legati al Pnrr - sottolinea - nessuno aprirà nuovi cantieri se deve ultimare quelli in essere». La situazione ligure, poi, è peggiore rispetto al resto d'Italia: «Nonostante la regione abbia il primato di patrimonio edilizio datato, con 1'86,7 per cento degli edifici realizzati prima del 1980 - osserva Capogreco - sono stati investiti solo 230 milioni per il bonus 110 per cento: siamo terzultimi per investimenti in riqualificazione energetica. Il grosso degli interventi ha beneficiato del bonus facciate 90% ed è proprio il credito generato da qui che risulta difficile vendere». Secondo l'associazione Aniem c'è poco tempo per agire: «Giugno è il termine massimo per vendere al credito e ottenere liquidità - rimarca Capo greco – E’ fondamentale quindi un intervento tempestivo del governo, riaprendo Cassa Depositi e Prestiti ed, eventualmente, Poste Italiane: servono risposte concrete e rapide».