Un'esperienza in prima linea con una missione umanitaria che ha portato al confine con l'Ucraina beni di prima necessità e materiale donato da privati e aziende. E' quella che ha vissuto il gualdese Luca Bartoni, che ora vive in provincia di Bologna e di professione è dirigente informatico. Bartoni ha fatto parte del gruppo di persone che, radunate via social dalla promotrice Cristina Giacomelli, si è recato al confine tra Polonia e Ucraina per portare i pacchi di beni e per offrire la possibilità di venire in Italia ai profughi che avevano intenzione di raggiungere il nostro Paese. La carovana, sostenuta da Confapi Emilia, è partita da Modena. "Vedere i tg e quei volti di mamme e bambini spaventati è stata la molla che ha fatto scattare in me, che ho due figlie, l'idea di poter fare qualcosa per loro. Io sono stato uno di quelli che ha risposto alla chiamata social di Cristina. A noi si sono poi uniti altri quattro furgoni dell'associazione Sie di Alessandria, formando così un convoglio umanitario composto da sette mezzi", racconta l'informatico gualdese. Dopo un giorno e mezzo di viaggio il convoglio è arrivato alla prima tappa, a Cracovia, da dove i volontari si sono divisi, con i furgoni, procedendo per la seconda parte della missione. "Lì ci siamo divisi, con alcuni furgoni che si sono recati in due diverse città che accolgono i profughi. Ci siamo registrati come driver e abbiamo potuto prendere a bordo le persone che volevano venire in Italia", racconta Luca Bartoni. Su due van sono salite sei persone, due adulti, due adolescenti e due bambini. "Avevamo ancora spazio nel mio mezzo, così ci siamo recati a Medyka, dove è allestito un campo profughi. Dopo esserci registrati, abbiamo fatto salire una ragazza ucraina di 24 anni di Kremencuk, a sud di Kiev, che era in quel campo da due giorni insieme a due bimbi di 4 e 2 anni e che aveva una connazionale in Italia, a San Benedetto del Tronto, ma non sapeva come raggiungerla. Dopo aver parlato con il suo contatto in Italia ci siamo ricongiunti con gli altri e siamo ripartiti", spiega il volontario gualdese. Il confine tra Polonia e Ucraina è un territorio dove si uniscono disperazione e solidarietà. "Un momento che non dimenticherò è quando dopo l'ennesimo e giusto controllo della polizia e dell'esercito polacco, soprattutto dopo aver notato dei bambini a bordo, uno dei poliziotti ci ha detto Grazie infinite per quello che state facendo", continua Luca Bartoni che sta già pensando a rimettersi in strada per un'altra missione di solidarietà: "E' stato bello vedere che oltre all'orrore della guerra c'è tanto di buono e tanta solidarietà da ogni parte d'Europa".