I turisti tornano a calpestare le strade romane e per la settimana di Pasqua italiani ed europei stanno per affollare la città: si riparte con un più 55% di arrivi rispetto allo scorso anno. Non sarà un turismo ad alto tasso di spesa visto che asiatici, e ovviamente i russi, non ci saranno e che gli arrivi dagli Usa sono al di sotto dei livelli pre-Covid. Ma va decisamente meglio: nel 2021, sempre nel periodo di Pasqua, c'era stato solo un 10% in più di turisti rispetto al 2020. Ora, secondo il presidente di Federalberghi Giuseppe Roscioli, si può parlare di ripresa seppur «consapevoli che non si realizzerà appieno prima del 2024 e che eventuali varianti del Covid e la guerra non permettono ancora di cantare vittoria». Questa Pasqua dunque è solo l'inizio: dalla Ryder Cup 2023 ad Expo 2030, passando per il Giubileo del 2025 nei prossimi 10 anni questi grandi eventi per Roscioli hanno il potenziale non solo di portare turisti ma anche di migliorare in maniera strutturale la città. Sfide che il Campidoglio si prepara a cogliere soprattutto ora che il Consiglio dei ministri ha fatto un passo importante per andare incontro alla Capitale: i 500 milioni di euro del pacchetto Caput Mundi del Pnrr potranno essere gestiti con procedure più snelle direttamente dal commissario straordinario al Giubileo, il sindaco Roberto Gualtieri. Che per la preparazione dell'anno Santo aveva già a disposizione quasi 1 miliardo e mezzo. Intanto questa settimana di vacanze romane è arrivata in maniera repentina e inaspettata per chi, come il vicepresidente di Confapi Stefano Donghi, conosce a fondo il mondo dei tour operator: «Alcuni hotel non si aspettavano tutte queste prenotazioni e rispetto alle necessità hanno poco personale». Nelle strutture arrivano un 80% di turisti europei di cui poco più della metà è un italiano. Questi ultimi, spiega Donghi, non spendono molto e preferiscono agli hotel le case vacanza (dove possono anche preparare la cena invece di andare ogni sera al ristorante). Più abbienti i tedeschi, gli olandesi, gli svedesi e gli spagnoli: durante l'anno rimangono a Roma in media due giorni mentre per Pasqua si fermeranno anche una settimana. «Di gruppi organizzati da 50 persone però ce ne saranno pochi - spiega Donghi - perché è un tipo di viaggio che il tour operator prepara un anno prima, con tutte queste variabili non c'è stato il tempo». Mancano anche asiatici e americani. Da Ovest ne vengono di meno per paura della guerra, da Est neanche perché per arrivare dall'India, Cina e Giappone bisognerebbe volare sulla Russia. Se queste tratte sono bloccate, le altre rendono il viaggio troppo lungo e dispendioso. Così, il ritorno ai flussi precovid è ancora lontano: Federalberghi, che ieri ha riunito nell'Albergatore day gli associati e gli addetti ai lavori del Campidoglio e della Regione Lazio, stima che nel periodo di Pasqua arriveranno 235 mila persone. Quasi il 37% in meno rispetto al 2019. Di questi 155mila si faranno ospitare dalle strutture alberghiere, 80mila in altre tipologie di strutture e in media staranno 2 giorni e mezzo. Meno rispetto a tre anni fa.