Fin da subito il Dpcm energia per la Sardegna a firma Draghi non aveva riscosso grandi applausi Adesso, alla luce dell'accordo con l'Algeria e del rinnovato interesse per il Galsi, ma anche dello studio che sottolinea come la tariffa del gas più conveniente per i sardi può arrivare solo con dorsale e gasdotto "Sealine", le critiche si fanno più aspre. «La dorsale si deve fare»
«Il tema è complesso e l'abbiamo affrontato per oltre un anno sui tavoli dell'Agenda Industria con altre associazioni, sindacati e Regione - sottolinea il numero uno di Confapi Sardegna, Giorgio Delpiano -. Tutti abbiamo chiesto la costruzione della dorsale sarda per metanizzare proprio perché solo con questa si poteva avere una tariffa equiparata a quella nazionale. Noi paghiamo già l'energia più cara d'Italia perché prodotta da centrali termoelettriche a carbone, e adesso che aumentala tariffa del gas nelle bollette in tutta Italia cresce anche nelle nostre, davvero paradossale. Quindi la dorsale resta l'unica soluzione. Però è anche vero che i tempi si allungherebbero mentre esiste l'esigenza di avere presto il metano. Per cui la soluzione del Dcpm per il bene delle nostre aziende la accettiamo ma è fondamentale che partano i lavori della dorsale sarda».
«Stesse bollette»
Nando Faedda, presidente regionale Confcommercio, non ha dubbi: «Che i sardi debbano avere le tariffe simili a quelle del resto d'Italia non ci piove e credo non debba neanche essere messo in discussione. Come arrivare a questo punto non sta a me dirlo, ma quello deve essere il risultato finale». «Riconvertire le centrali termoelettriche a carbone, impianti di rigassificazione e dorsale interna insieme ad un collegamento con la penisola, sono elementi essenziali. Occorre recuperare ritardi nella realizzazione delle opere garantendo perequazione della tariffa per i sardi», ribadisce Gavino Carta, segretario generale Cisl sarda. (m. m.).