Il processo di digitalizzazione, si sa, non è più rimandabile: la svolta tecnologica in ottica 4.0 delle imprese è ormai un obiettivo non più prorogabile per tutte quelle realtà che vogliono continuare a giocare un ruolo di primo piano nel tessuto economico nazionale ed essere competitive a livello europeo e internazionale. Una "lezione", questa, che le aziende bresciane sembrano aver capito bene: e, infatti, gli sforzi in questo senso sono notevoli. Certo, di strada da fare ce n'è ancora molta, soprattutto se si pensa che per innovazione di prodotto e digitalizzazione dei processi produttivi la Leonessa tiene il passo, mentre per quanto riguarda sostenibilità ed economia circolare è necessaria una accelerazione.
IL REPORT
A fare il punto sulla situazione ci ha pensato, qualche settimana fa, il Centro Studi Apindustria Confapi Brescia, interrogando 100 aziende rappresentative del tessuto di imprese di piccole e medie dimensioni associate (e quindi per quasi la metà aziende metalmeccaniche, seguite dal comparto gomma-plastica, e per quasi tre quarti nella fascia dimensionale 10-49 dipendenti). Dal rapporto ottenuto - intitolato "Digitalizzazione d'impresa e PNRR" - emerge che la digitalizzazione sta entrando sempre più nella quotidianità aziendale. Più nello specifico, il know-how interno (57%) e la tecnologia proprietaria (14%) rappresentano le principali fonti di vantaggio competitivo per le Pmi bresciane. La focalizzazione su conoscenza e tecnologia proprietarie consente a oltre la metà delle imprese (52%) di fornire prodotti altamente personalizzati su richiesta del cliente. Un altro 35% riesce a modulare la produzione con prodotti più standardizzati, ma con possibili varianti su specifica del cliente. Leve quali il marketing o il prezzo hanno invece un ruolo secondario e residuale. "La trasformazione dei processi produttivi è massicciamente in corso - sottolinea l'analisi del Centro Studi - e pare trainare una trasformazione del modello organizzativo, correlato anche al sistema delle competenze richieste alle risorse umane". Oltre all'innovazione di prodotto (in corso o già realizzata per il 68% delle imprese, in programma per un altro 13%), motto rilevanti sono anche la trasformazione digitale dei processi produttivi (64%; 17%), la trasformazione digitale dei processi di marketing (48%; 33%) e la trasformazione del modello organizzativo e delle competenze (57%). L'innovazione del modello di business verso la sostenibilità e l'economia circolare sembra invece procedere in modo più lento: solo un'impresa su quattro (26%) dichiara di averla già realizzata o di averla in corso. Vi è però anche un confortante 52% che l'ha in programma per i prossimi tre anni. Se banda larga e fibra ottica sono ormai acquisite così come diffusi sono i software gestionali, le gestioni in cloud rappresentano una novità più recente (70%). Tra le soluzioni più adottate dalle aziende c'è l'utilizzo dei software per ufficio tramite internet, considerata di forte importanza da 4 rispondenti su 10. La necessità di tutelare i dati sensibili all'interno dei confini aziendali assume però un'accezione anche fisica, che blocca la diffusione del lavoro da remoto per questo tipo di informazioni, forse per timori di diffusione.
RICADUTE IMPORTANTI
Sempre in merito alle soluzioni adottate, fog e quantum computing, intelligenza artificiale e sistemi cyber fisici hanno un tasso di diffusione limitato, così come l'applicazione di soluzioni di manifattura additiva e stampa 3D. Più estesa l'adozione di soluzioni per il controllo della qualità Qms e rilievo ancora maggiore c'è per Erp, Mes e schedulatori di produzione. Le innovazioni legate a supply chain e commercializzazione, che non rappresentano condivise fonti di vantaggio competitivo per Le imprese intervistate, sono limitate. Rispetto al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, metà delle aziende pensa che ci saranno opportunità e ricadute significative per la propria attività. Solo un'impresa su dieci conosce però il sito del governo dedicato. I fondi Simest (digital green, fiere, internazionalizzazione) sono abbastanza noti, ma ancora poco utilizzati e scarsa conoscenza o interesse riscuotono invece i bandi Invitalia.