Roma capitale dell'edilizia sommersa: tra ponteggi e cantieri il rispetto dei diritti e della sicurezza cammina come i gamberi, a passi indietro. Soprattutto nei cantieri di lavori edili privati, condominiali o aziendali. Due i motivi: il primo riguarda le truffe sul superbonus, ovvero il rimborso fino al 110% alle imprese edili per le spese e le fatture dei lavori di ristrutturazione ed efficientamento sismico-energetico nei condomini. Il secondo riguarda la presenza di contratti sempre più precari anche di pochi mesi e il subappalto a partite Iva mascherate da dipendenti, senza formazione né sicurezza e spesso in ritardo con Tfr e altri emolumenti in busta paga: dumping contrattuale, lo chiamano i sindacati, in sostanza concorrenza sleale tagliando sui costi del lavoro. Iniziamo da quest'ultimo. Secondo Filca Cisl, a Roma ci sono almeno 6500 imprese edili di cui il 70% non è in regola con i contributi o indennità, Tfr, liquidazioni. Gli operai iscritti alla Cassa Edile sfiorano i 30mila di cui almeno il 20% è vittima di dumping contrattuale, ovvero ha un contratto diverso da quello edile: è il lavoro sommerso, ed è un a stima al ribasso. Impossibile invece dire con precisione quanti siano gli operai totalmente in nero ma c'è un dato che fa da cartina di tornasole: l'aumento degli infortuni. In base a elaborazioni Cgil, a Roma le denunce di incidenti sono passate dalle 950 del 2020 a 1.174 nel 2021, e il trend nel 2022 è in aumento: dal 2018 secondo la Filca Cisl sono almeno 22 le morti bianche, di cui almeno il 65% a causa di cadute dai ponteggi e il resto travolti da carrelli elevatori, gru o ruspe. Il secondo motivo dell'exploit del sommerso riguarda le truffe sul superbonus: da mesi le banche hanno bloccato i crediti e l'erogazione dei rimborsi, e adesso le imprese hanno dovuto chiudere le pratiche senza soldi e per i dipendenti si apre lo spettro del licenziamento. Una beffa dopo le illusioni sulla ripartenza dell'edilizia. L'allarme arriva da Confapi, l'associazione delle medie imprese edili di Roma e Lazio. «La situazione è drammatica - spiega in una nota - e coinvolge imprese che, a fronte di contratti già firmati, si trovano le porte chiuse dagli istituti di credito». Per tagliare le truffe il governo ha stretto la possibilità di cedere il credito e dello sconto in fattura: «Queste limitazioni - continua la Confapi - hanno destabilizzato un meccanismo che solo sul superbonus ha rilevato negli ultimi dieci mesi investimenti per oltre 30 miliardi: comprendiamo la lotta alle distorsioni del sistema ma non si possono cambiare condizioni fondamentali in corso d'opera». Le truffe ci sono state: negli ultimi trenta giorni la Guardia di Finanza ha sequestrato a Roma 1,3 miliardi di crediti d'imposta illeciti, pari al 56% dei 2,3 miliardi recuperati finora in tutta Italia: tre imprese sono finite nel mirino degli inquirenti. Adesso a soffrire le conseguenze sono tutti: «Solo nel Lazio conclude Confapi si stima in almeno 1300 le imprese e oltre 18mila i lavoratori interessati», ovvero a rischio fallimento e disoccupazione.