Boomerang Superbonus: rischio blocco per i cantieri
Partito come una manna dal cielo capace di rilanciare il settore dell'edilizia, da anni in difficoltà, il Superbonus 110% si è trasformato in un boomerang, sia per le imprese coinvolte che per chi aveva pensato di ristrutturare casa approfittando di un incentivo senza precedenti. Per i primi mesi tutto è sembrato marciare bene, con un numero impressionante di nuovi cantieri avviati. Poi, la revisione delle normative in senso più restrittivo, apportata dal governo ad inizio anno soprattutto sul fronte dell’anticorruzione ha inibito l'intera filiera che ruotava attorno al Superbonus. Il colpo di grazia è arrivato con il blocco della cessione del credito da parte delle banche, che hanno chiuso i rubinetti, non sentendo più di avere le spalle coperte. In poche parole il caos, tra richieste che superano i fondi stanziati dallo Stato e lo stop delle banche all'acquisto di futuri crediti. Il rischio adesso è che molti lavori edilizi rimangano incompiuti e che il fisco chieda quindi indietro le risorse accordate per questi interventi.

Il caso
Un esempio pratico della criticità di questa fase lo dà il presidente di Aniem-Confapi Marche Roberto Torretti: «Proprio qualche giorno fa mi è stata sottoposta una situazione in cui l'impresario, che aveva avviato lavori di restauro in un piccolo palazzo con più appartamenti, si è dovuto accollare il credito, visto che la banca non copriva più la quota del committente. Ha potuto farlo perché è una ditta strutturata. In altri casi, Il costo è stato scaricato sul privato. Il Superbonus è stato concepito con i migliori ideali, ma è partito male ed è stato gestito anche peggio in corso d'opera. Più che un boomerang, un vero missile contro il settore». La conseguenza è che i cantieri già avviati si stanno bloccando e molte persone che avevano intenzione di partire hanno nel frattempo cambiato idea, generando un nuovo contraccolpo sul settore edilizio. «Nei primi mesi del 2022 - prosegue Torretti - erano stati autorizzati 2600 cantieri per il Superbonus, con un volume di affari di 450mila euro, di cui circa il 25% per i condomini ed il 45% per le abitazioni unifamiliari. Più del 20%, però, si sono già bloccati e, se non cambia qualcosa, nei prossimi mesi succederà a molti altri».

I dati
I dati, al 31 maggio, parlano di 3.713 progetti asseverati in totale nelle Marche, per 750.502.539 euro di investimenti ammessi a detrazione, di cui 533.361940 euro per lavori conclusi. La copertura statale ammonta a 825.552793 euro, con 586.700.334 euro di detrazioni maturate per lavori conclusi (sempre a carico dello Stato). Il delta tra richieste e copertura, dunque, si fa sempre più sottile. «Se il bonus non copre tutto, il delta si carica inevitabilmente sul committente, che si troverà a dover pagare costi che avrebbero dovuto essere a carico dello Stato - osserva Stefano Violoni, presidente di Ance Marche - è da febbraio che, come Ance, mettiamo in guardia sui rischi di questo bonus, a partire da quelli sulla cessione del credito. Un altro problema a serio è quello dei costi di gestione dei cantieri, che aumenteranno, rendendo la situazione ancora più complicata».

Le misure necessarie
Il Super bonus può essere ancora richiesto fino al 30 giugno 2022, con una proroga al 31 dicembre per gli interventi svolti su edifici monofamiliari. Ciò implica che, per garantire le detrazioni sulle future domande, la misura andrebbe rifinanziata. Ma anche il destino delle pratiche già in corso è incerto. Dal I luglio, a queste si applicheranno costi più alti ed «i crediti per i committenti subiranno di fatto una svalutazione, col risultato che chi, ad esempio, dovesse avere un credito da 100 euro, se ne vedrà rimborsare meno di 90», fa notare Torretti. Per risolvere almeno il problema della cessione dei crediti, uno spiraglio si apre con il Dl Aiuti. Tra le proposte sui banchi del Parlamento, il ripristino della cedibilità totale dei crediti d'imposta per il Superbonus 110%e la possibilità di utilizzare il credito in più annualità. garantendo in questo modo più spazio alle banche per l'acquisto dei crediti stessi. Nell'attesa che lo Stato trovi una soluzione, la grande ripresa del settore edile si è bloccata, le imprese ne escono con le ossa rotte ed i cantieri sono al palo. Dal sogno del new deal all'incubo, il passo è stato breve.