APINDUSTRIA: NO ELETTRIFICAZIONE SPINTA
Tra le filiere più in difficoltà in questo momento c'è l'automotive, settore cruciale per l'economia bresciana. Nel periodo gennaio-maggio, le immatricolazioni in Italia sono state poco più di 500mila, in calo del 24,3% sul 2021. Al crollo delle vendite si unisce poi la crisi dei semiconduttori, delle materie prime e il forte aumento dei costi energetici. IL presidente di Apindustria Confapi Brescia, Pierluigi Cordua, ha lanciato un grido dall'allarme, ponendo l'attenzione anche su un altro aspetto. "Le problematiche dell'automotive sono principalmente legate ad una accelerazione poco sostenibile verso una mobilità elettrica totale, che ancora non risulta ben strutturata dal punto di vista dell'incentivazione e soprattutto troppo in anticipo rispetto ad un piano di transizione energetica chiaro e definito", ha detto, riferendosi allo stop dei motori termici deciso dall'Ue per il 2035. Una scelta su cui Bruxelles potrebbe però ora fare marcia indietro. "L'innovazione passa anche attraverso nuovi combustibili ecosostenibili o macchine plug in ibride intelligenti in grado di attivare la modalità elettrica dove c'è più inquinamento. Queste ed altre soluzioni possono aiutare a trovare una via alternativa rispetto alla elettrificazione spinta", ha concluso Cordua,
In aumento, su base tendenziale, anche il fatturato dei servizi alle imprese (+10,6%) e il commercio all'ingrosso (+33,3%), quest'ultimo spinto anche dagli incrementi dei prezzi di vendita. Complessivamente, anche la dinamica congiunturale (variazione rispetto all'ultimo trimestre del 2021) del fatturato dei servizi è positiva: +2,1%. Questa crescita risulta però inferiore rispetto ai trimestri precedenti. Da segnalare che le aspettative degli imprenditori per il secondo trimestre si sono mantenute positive, anche se un'ampia quota di essi prevede uno scenario di stabilità per la propria attività.
COMMERCIO
Meno roseo è il quadro del commercio al dettaglio, dove inizia a pesare la contrazione dei consumi. IL fatturato cresce su base annua del 7,5% ma il confronto con il quarto trimestre 2021 risulta negativo: -5,1%. Questo rallentamento nel Bresciano è decisamente superiore a quello registrato in tutta la Lombardia (-1,1%). IL fatturato dunque cala, nonostante l'aumento dei prezzi che negli esercizi al dettaglio sono saliti del 3,9% tra gennaio e marzo. Nonostante la difficile congiuntura, con giro d'affari in calo e inflazione galoppante, le aspettative dei commercianti per il secondo trimestre non hanno subito particolari contraccolpi, con il clima di fiducia che non denota peggioramenti. "Il saldo tra ipotesi di aumento e diminuzione del fatturato è pari a +7, in linea con lo stesso periodo dello scorso anno", evidenzia il report. Restano positive anche le attese sugli ordini ai fornitori, stabili quelle sull'occupazione.