A tre anni dal decreto Di Maio via libera ai fondi per il rilancio industriale di Torino
Dopo tre anni di attesa e di polemiche, dal decreto firmato ad aprile 2019 dall'ex titolare del Mise Luigi Di Maio con cui si certificava per legge lo stallo industriale del territorio promettendo risorse divenute presto un miraggio, adesso le imprese avranno solo due mesi di tempo per poter accedere ai 50 milioni di euro stanziati dal governo per «Torino, area di crisi complessa». Oggi dovrebbe arrivare il definitivo via libera del Mise allo sblocco dei fondi per Torino e giovedì 14 luglio l'agenzia Invitalia pubblicherà i bandi di finanziamento. La palla ora passa alte aziende. Che dovranno presentare progetti in pieno agosto per ricevere un contributo allo sviluppo. Le regole d'ingaggio: investimenti minimi per progetto, pari a 1 milione di euro. E soldi a fondo perduto fino al 55% per interventi ambientali o innovativi, e al 35% per nuove linee produttive; modulati a seconda del proponente, grande, media o piccola impresa. Segno particolare dei bandi: «la fretta». Lo sportello gestito da Invitalia per conto del Mise sarà operativo dal 20 luglio fino a metà settembre. In modo tale da avviare tutte le pratiche entro fine anno e, possibilmente, non perdere neanche un centesimo. Ora manca solo l'ufficialità. Ma il traguardo dello sblocco dei fondi non era affatto scontato. Dopo la firma del decreto tre anni fa, gli annunci a ripetizione, anche per voce dell'ex premier Giuseppe Conte, la querelle su quell'etichetta di «area di crisi», mal digerita da un bel pezzo di territorio, che equiparava Torino alle depressioni industriali di Gela e Porto Torres, tanti imprenditori sembravano quasi non crederci più, anche se Regione Piemonte e associazioni delle imprese non hanno mai smesso di lavorare e di battere i pugni sul tavolo. «Lo sblocco dell'iter per l'area di crisi complessa rappresenterebbe indubbiamente un'ottima notizia, perché consentirebbe di accelerare una nuova progettazione strategica, consolidare la crescita delle imprese e creare occupazione - afferma Giorgio Marsiaj, presidente degli industriali torinesi – l’Unione industriali di Torino ha sostenuto ogni passo di questo percorso, lavorando per generare ricadute rapide, effettive e consistenti, anche nell'ottica di promuovere iniziative strutturali che favoriscano la manifattura torinese». Ora non c'è tempo da perdere. E più di un imprenditore dovrà rinunciare alle ferie per riuscire a presentare per tempo i progetti di sviluppo.
Come tiene a sottolineare Fabrizio Cellino, presidente di Api Torino: «I fondi relativi all'area di crisi complessa rappresentano una grande occasione per il nostro territorio e per tutte le imprese che vogliono realizzare investimenti produttivi. Due mesi per predisporre i progetti è però certamente un tempo troppo breve». E’ un'occasione da non perdere anche per Dario Gallino, presidente della Camera di Commercio di Torino. «Anche se il tempo è poco mi auguro che le imprese facciano sistema e propongano tanti progetti. I fondi finanzieranno non solo la filiera automotive, quindi ci sarà spazio per tutti, soprattutto per chi si mette in rete. E inoltre sarà finanziata la formazione».