L’azienda ha confermato gli investimenti su Torino e Mirafiori, Regione e Comune promettono un fronte unito per agevolare la mutazione al full electric della fabbrica delle fabbriche, eppure l'universo della Turin Valley, la capitale dell'indotto, 372 aziende della filiera e quasi 40 mila addetti, si aspettava maggiori rassicurazioni. Il sindaco Stefano Lo Russo ha parlato della necessità di un «bagno di realtà» da parte di quel mondo industriale cresciuto a un pugno di metri da Mirafiori che oggi trema al pensiero di non riuscire a stare al passo. «Non sarà l'azienda a trainare la riconversione dell'indotto ma spetterà soprattutto agli attori pubblici aiutare le aziende in questa transizione» ha detto il primo cittadino al termine del meeting a Palazzo Civico. Facile immaginare la reazione dei rappresentanti del mondo metalmeccanico e delle associazioni che rappresentano i piccoli della filiera. «Nel complesso l'incontro con l'azienda è stato positivo, abbiamo avuto molte conferme utili in attesa dell'arrivo a Torino del ceo Carlos Tavares, però resta forte la preoccupazione per un indotto che da solo rischia di non riuscire a stare al passo con la trasformazione elettrica del polo torinese» ha dichiarato il segretario generale della Uilm torinese, Luigi Paone. Preoccupazioni condivise in parte anche dal segretario della Fiom Cgil di Torino, Edi Lazzi: «L'azienda non può certo caricarsi la responsabilità della sopravvivenza fabbriche dell'indotto. Può, però, contribuire indirettamente con nuove produzioni, che aspettiamo da anni. Se arrivano nuovi volumi e le istituzioni contribuiscono ad accelerare l'infrastrutturazione elettrica del territorio anche l'indotto riuscirà a sopravvivere sopperendo alla scomparsa di quelle aziende oggi legate ai motori termici e che non sapranno riconvertirsi». Anche dalla Fismic Confsal è stata ribadita «l'esigenza di creare agevolazioni per l'indotto: nessuno deve essere lasciato indietro». Raggiungere una proposta che dia concretezza alle prospettive produttive locali è l'imperativo per l'Api Torino: «Fare del Piemonte e di Torino un polo industriale che produca lavoro e tecnologie che si basino su una nuova economia circolare, che trova nell'auto una fonte inesauribile di materiali qualora sia trattata al fine vita con le opportune tecnologie, è un'opportunità che potrebbe creare un volano di economie legate non solo all'automotive» ha dichiarato Pierangelo Decisi di Api Torino. «Una prospettiva di questo genere ha aggiunto avrebbe anche un grandissimo impatto in termini di attrazione di un elevato numero di imprese internazionali». Anche Fabrizio Amante dell'Aqcfr l'Associazione quadri e capi Fiat rappresentanza sottolinea «la necessità di trovare soluzioni sulla riorganizzazione della situazione lavorativa di impiegati, professionale quadri che potrebbero essere interessati dal processo di transizione ecologica». «Le leve urbanistiche e i fondi europei potrebbero interessare molto Stellantis. È ancora tutto da concretizzare ma si tratta di un nuovo utilizzo di Mirafiori che deve essere riempita da nuovi business. Per quanto riguarda la forza lavoro chiediamo assunzioni e ringiovanimento» ha invece affermato Davide Provenzano della Fim Cisl.