L'analisi di Confapi: rallenta la domanda, nel primo semestre 2023 soffrirà il mercato interno

Energia: il ciclo rialzista dei prezzi rallenta, ma potrebbe ripartire l'anno prossimo

Del doman non v'è certezza scriveva Lorenzo De'Medici cinque secoli fa invitando a godere del presente. E per cui ben venga questo finale d'anno positivo, migliore di quanto si temesse qualche mese, nel quale la cassa integrazione è rimasta a livelli minimi, le imprese hanno continuato a lavorare e l'export continua a fare faville. La tradizionale conferenza di fine anno di Confapi Brescia è stata l'occasione per fare il punto della situazione e per provare a immaginare cosa accadrà nel 2023. Perché sì, del doman non v'è certezza ma in cinque secoli la scienza previsionale qualche passo in avanti lo ha fatto e per cui qualcosa si può dire. L'Outlook realizzato dal centro studi dell'associazione delle Pmi non ha pretese scientifiche, si basa sul sentiment del campione di associati e ovviamente sui dati macro, e osserva che per i primi mesi del 2023 le aspettative sono declinanti, in particolare per quanto concerne il mercato domestico, il più significativo per le piccole e medie imprese bresciane. I dati riguardanti gli ordini evidenziano infatti una crescita del numero di imprese che osserva una contrazione più o meno marcata. Leggermente più positivi i dati relativi al mercato Ue (che rappresenta il 66% dell'export bresciano). L'occupazione, che è stata positiva nei primi sei mesi del 2022, dal terzo trimestre si è evoluta in senso negativo, con calo di nuove assunzioni da un lato e anniento dei casi di riduzione di organico dall'altro. Per i prossimi mesi, stando alle aspettative, tale tendenza potrebbe accentuarsi. In peggioramento anche i saldi sulle frequenze degli investimenti, stabili o positivi nella prima parte dell'anno, ma in calo nel finale d'anno e, in prospettiva, anche nella prima parte del 2023. Pur in un contesto difficile, le note più positive riguardano i costi di produzione, sia materie prime che energia (ne riferiamo nell'altro articolo). «Il quadro di incertezza complessivo non aiuta e diversi indicatori suggeriscono la possibilità sempre più concreta di un potenziale calo dell'economia il prossimo anno — afferma il presidente di Confapi Brescia, Pierluigi Cordua —. I segnali di rallentamento dell'inflazione negli Stati Uniti, se confermati, potrebbero però portare a un allentamento delle politiche dei tassi d'interesse, con effetti positivi sugli investimenti ora un po' sacrificati». Qualche timore vien fuori dal fronte occupazionale e da quello inflattivo, che in Italia e in Europa resta comunque alto e decisamente sotto osservazione (l'aumento dei prezzi è soprattutto figlio dello shock energetico più che della forte domanda, come invece negli Stati Uniti). «La cassa integrazione è rimasta per il momento a livelli marginali - osserva il responsabile dell'ufficio sindacale di Confapi Brescia Raffaello Castagna —. Preoccupa un po'invece la dinamica inflattiva e la rivalutazione dei contratti legata all'indice Ipca (che misura l'inflazione, peraltro depurata dai costi energetici), in passato vicino allo zero ma che quest'anno peserà per un buon 5%». Dopodiché la fiducia sul fatto che il sistema bresciano possa passare anche questa c'è tutta: «Le imprese sono più capitalizzate e più solide rispetto a qualche anno fa, e per questo più resilienti», afferma Cordua. Il quale ritorna anche sui dati positivi sull'export bresciano usciti a inizio settimana: «Sono la conferma di un tessuto manifatturiero che continua a mostrare una straordinaria vocazione all'export e che è riuscito ad acquistare sempre maggiore credibilità e affidabilità sui mercati esteri».