Distanza tra scuola e mondo delle imprese, difficoltà a riadattare le competenze dei lavoratori più anziani a processi e macchinari digitali, questioni sociologiche che hanno cambiato l'approccio al lavoro. Sono tante le ragioni che hanno portato a rendere sempre più marcato il mismatching tra domanda e offerta di lavoro. L'indagine sulle risorse umane del Centro Studi di Apindustria Confapi Brescia a ottobre evidenziava che l'80% delle imprese non trova operai specializzati, sia per mancanza di competenze specialistiche che per mancanza di candidati. «Il tema è complesso - commenta Raffaello Castagna, direttore Relazioni industriali e sindacali Confapi Brescia - sicuramente c'è una difficoltà della scuola a formare persone con competenze che abbiano delle potenzialità per il processo produttivo». Oggi si vedono anche gli effetti del boom della grande distribuzione degli anni '90. «La Gdo ha tolto dal mercato una generazione di personale che sarebbe approdato al manifatturiero». Altro tema, l'accelerazione delle imprese sul digitale, che richiede competenze diverse da quelle tradizionali. «Il balzo tecnologico è stato più rapido rispetto all'adeguamento formativo - continua Castagna -. Molti lavoratori sopra i 60 anni sono spesso non più formabili». La formazione, ad esempio tramite gli lts, resta la strada maestra per colmare il gap. «Non si pensi - conclude Castagna - che le aziende blocchino la produzione perché non trovano le persone. A Brescia, di casse integrazione ne sono state avviate pochissime».