Colaci, vicepresidente di Confapi Sanità, è convinto che la Dgr 45 debba essere rivista

Michele Colaci, proprietario di 4 Rsa in provincia di Torino e vicepresidente nazionale di Confapi Sanità è convinto che la Dgr 45 debba essere rivista.
Per quaIe motivo?
«Dal 2012 a oggi è cambiato tutto, sotto il profilo economico e sociale. Le famiglie provano a curare molto di più i loro cari a casa e la Rsa è ormai una necessità sanitaria. Quindi i nostri ospiti hanno esigenze molto diverse rispetto a 11 anni fa, senza contare le nuove difficoltà legate all'accoglimento dei pazienti dimessi dagli ospedali».
Quindi il sistema di assistenza, cosi com’è, funziona ancora?
«Per il momento sì. Con tutte le difficoltà del caso, continuiamo ad assistere con professionalità e dignità i nostri ospiti. Rappresentiamo, soprattutto dopo la pandemia, un presidio del territorio in grado di fornire risposte ai bisogni della popolazione. E adesso il Piemonte dispone di un sistema di monitoraggio che non ha eguali in Italia. Però comprendo le problematiche degli operatori e delle operatrici legate a un minutaggio che deve essere adeguato».
Come si può intervenire?
«Le Rsa già in questo momento forniscono servizi aggiuntivi rispetto a quelli riconosciuti dalla Regione, basta pensare alle prescrizioni anti Covid. Però l'emergenza sanitaria, il caro bollette e l'inflazione ci hanno messo in difficoltà e garantire prestazioni di qualificate è sempre più difficile. Noi vogliamo continuare a farlo, ma è necessaria una riforma condivisa, anche con i sindacati. In questa battaglia non siamo contrapposti».
I sindacati segnalano presenza di operatori non formati oppure demansionati. Come si può risolvere questa situazione?
«Prima di tutto senza generalizzare. Il ricorso alle assistenti familiari è stato dettato da un'emergenza e non è vero che si tratta sempre di personale impreparato. Secondo me se la formazione non fosse un’esclusiva delle agenzie regionali e ci fosse la possibilità per le associazioni di categoria di intervenire il problema sarebbe già risolto. Se invece ci sono cooperative che applicano contratti differenti allora vanno denunciate. Anche perché danneggiano chi lavora onestamente».