L'AGENDA CONFAPI

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Per arrivare all’Industria 4.0 occorre formare i lavoratori delle imprese, specie delle piccole e medie, attraverso una formazione innovativa, continua, di qualità e legata all’attuale domanda del mercato, una formazione 4.0. Ma ancora poche aziende vi fanno ricorso, nonostante le opportunità di formazione finanziata dai fondi interprofessionali. A questi temi è stata dedicata la riflessione nel coso del convegno organizzato lo scorso 23 maggio dal Fapi - Fondo Formazione PMI a Palazzo Camozzini, Verona, dal titolo Coltivare il Talento Fapi 4.0, che ha visto la partecipazione di importanti key opinion leader, imprenditori e operatori del settore.
“La globalizzazione e la cosiddetta quarta rivoluzione industriale impongono sfide epocali alle Pmi che rappresentano il 98% delle imprese italiane e impiegano oltre il 55% dei lavoratori”, ha sottolineato Salvatore Barone, vice presidente Fapi. “Sono pertanto necessari continui investimenti in innovazione sul piano produttivo, organizzativo e delle risorse umane che devono avere al centro la qualità del lavoro. È perciò necessario che il patrimonio di competenze delle Pmi accumulato negli anni si adegui alle nuove esigenze, così come richiede e incentiva a fare il piano nazionale Industria 4.0 con le dotazioni tecnologiche, e venga trasmesso alle nuove generazioni di lavoratori”.
Fapi ha sviluppato in 15 anni di attività esperienze e competenze per rispondere a questa necessità, basti pensare che sono stati erogati più di 50 milioni di euro in formazione negli ultimi 4 anni - 16 milioni di euro solo nel 2017, e sono stati coinvolti complessivamente 37.000 aziende e 360.000 lavoratori in tutta Italia. Ma non basta.
“Solo l’8,3% dei lavoratori italiani - ha aggiunto Giorgio Tamaro, direttore generale Fapi - è impegnato in programmi di formazione permanente. C’è quindi ancora molto da fare e questo è il momento giusto per rilanciare in modo serio e importante la formazione continua e le politiche per il lavoro. I fondi interprofessionali sono pronti e in prima linea per fare sempre di più, anche con strumenti flessibili come lo sportello impresa, che finanzia le singole imprese su specifiche esigenze di formazione, o i piani quadro pensati per gruppi omogenei di imprese di un territorio”.
In Veneto il tessuto delle Pmi è particolarmente rilevante e altrettanto sviluppata è l’attività di Confapi. Alcuni numeri rendono bene l’idea della crescita degli ultimi anni. Nel 2014 le aziende aderenti al Fapi in Veneto erano 1.341, per un totale di 11.287 addetti. Nel 2015 sono salite a 1.630 con 15.488 addetti, nel 2016 a 1.832 con 18.211 addetti, per arrivare al 2017 con 2.047 aziende e 20.420 lavoratori e al 2018 - a oggi - con 2.396 aziende e un totale di 23.663 addetti: in nemmeno 4 anni il loro numero si è incrementato del 109,6%.
“La crescita esponenziale nel numero delle imprese aderenti al Fondo è la miglior testimonianza della bontà dell’offerta proposta – ha detto il presidente di Confapi Verona, Manfredi Ravetto - Proprio per questo motivo la giornata a Palazzo Camozzini è stata pensata per promuovere ulteriormente le attività del Fondo, che propone una formazione innovativa che prepara imprese e lavoratori ad affrontare le nuove sfide del mercato. Per farlo abbiamo raccolto i vertici del Fapi e degli Ordini e delle Associazioni di categoria in un evento che vuole essere, soprattutto, utile. Grazie a un sistema capillare e ben funzionante di formazione finanziata anche le aziende più piccole possono accedere a una formazione di pari livello delle realtà più grandi e coerente con le loro attuali esigenze”.
Jonathan Morello Ritter, presidente nazionale dei Giovani imprenditori di Confapi, ha confermato l’importanza per le imprese di avvalersi di formazione sia per gli imprenditori sia per i dipendenti, facendosi affiancare da professionisti che conoscono le opportunità del mercato e i vincoli burocratici, in un contesto in cui il titolo di studio, svincolato da quelle che sono le reali esigenze delle imprese, non basta più. Ha confermato queste tendenze un interessante case history di Pmi 4.0 che ha saputo innovare investendo sia sul capitale umano attraverso percorsi di formazione sia su quello tecnologico: CB Trafilati Acciai spa - Steelgroup.
“Dopo quattordici anni di vita del nostro Fondo proseguiamo con slancio la nostra attività - sottolinea Salvatore Barone - rilanciando, attraverso una serie di eventi in tutta Italia, l’importanza della formazione continua per le aziende e i lavoratori. C’è ancora molto da fare per allineare le competenze alle esigenze attuali del mercato, nell’ottica del piano nazionale Industria 4.0, e vogliamo catalizzare l’attenzione affinché non si perdano le opportunità che i corsi Fapi possono offrire”.

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